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LA FINTA AMMALATA 445

Merlino. Ma chi è questa figlia del cane?

Agapito. Avete letto i foglietti?

Merlino. Io non leggo foglietti.

Agapito. Sì? li avete letti?

Merlino. No, no, vi dico. (forte)

Agapito. Via, via, non gridate, non son sordo. Se non li avete letti, non parlate; non sapete niente. E voi li avete letti? (a Tarquinio)

Tarquinio. Signor no. (forte)

Agapito. Povera gente! Non sapete niente. Maledetto Cane! Disfar un matrimonio? Orsù, sinora sono stato neutrale, ma in oggi mi dichiaro. Son China, son China, son Mogol, son China. Sì, contro il Cane. Ho tanta rabbia contro il Cane de’ Tartari, che non voglio più veder cani.

SCENA III.

Pantalone e detti.

Pantalone. Sior Agapito. (forte)

Agapito. Padron mio.

Pantalone. S’ha visto el dottor Buonatesta? (forte)

Agapito. Signor no; l’aspetto ancor io.

Pantalone. Mia fia sta pezo che mai.

Agapito. Come?

Pantalone. Mia fia sta pezo. (forte)

Agapito. Volete farla guarire?

Pantalone. El ciel volesse.

Agapito. Come, se volesse?

Pantalone. (Oh poveretto mi!) Magari1. (forte)

Agapito. Datele la china.

Pantalone. La china?

Agapito. In oggi la china è il medicamento dominante. La china si adopera per tutti i mali.

  1. Lo stesso che: volesse il cielo. [nota originale]