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478 ATTO TERZO

Rosaura. Voglio il dottor Onesti.1

Pantalone. Sì, lo cercherò, ma se no lo trovo, manderò qualcun altro. Senza miedego no vôi che la staga. Se vien i miedeghi, lassè che i scriva; se vien sior Agapito, diseghe che el se ferma. Se el la trova in accidente, che el ghe metta i vessiganti; se vien el chirurgo, che el ghe cava sangue; se vien el spargirico, che el ghe daga qualcossa per bocca. (va e torna) Oe, se vien la zavattera2, che la ghe onza le siòle dei piè. (parte)

SCENA X.

Rosaura, Beatrice e Colombina.

Beatrice. Povero vecchio! il dolore lo fa impazzare.

Colombina. Con tanti medici, con tanti imbrogli vuol rovinare questa povera giovane.

Rosaura. Signora Beatrice, il dottor Onesti non verrà più a visitarmi?

Beatrice. Così ha egli detto.

Rosaura. Oimè! (in atto di svenire)

Colombina. Eh, che verrà. Ha detto a me che verrà.

Rosaura. Ha detto che verrà? (respirando)

Colombina. Sì, in verità; l’ha detto.

Rosaura. Quando?

Colombina. Poco fa, che l’ho incontrato per la strada.

Rosaura. Dopo che ha parlato colla signora Beatrice?

Colombina. Sì, dopo, dopo.

Rosaura. Sentite, signora Beatrice? Il dottor Onesti verrà.

Colombina. (Dite di sì). (piano a Beatrice)

Beatrice. Sì, sì, verrà.

  1. Segue nell’ed. Pap.: «Pant. Se lo troverò, lo farò vegnir elo, se no, manderò un altro. Ghe ne manderò do, tre, quattro. Tutti i medici della città. Ros. Vadano tutti al diavolo. Voglio il dottor Onesti. Pant. Lo troverò, el vegnirà; ma intanto no stemo senza. Ghe voi remedio al mal. Ros. Non voglio altri che il dottor Onesti. Pant. Sì, fia mia, lo vago a cercar. Ros. Fate presto. Pant. Subito. Creature, ve la raccomando. Beatr. Cercate il dottor Onesti. Pant. Sì, lo cercherò ecc..»
  2. La ciabattina. [nota originale]