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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1909, V.djvu/55

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PAMELA 45

Pamela. Il cielo benedica il vostro bel cuore. Deh, fatemi questa grazia. Incamminatemi questa lettera al paese de miei genitori.

Longman. Volentieri; fidatevi di me, che anderà sicura. Ma oh Dio! E avete cuore di lasciarci?

Pamela. Credetemi, che mi sento morire.

Longman. Ah fanciulla1 mia!...

Pamela. Che volete voi dirmi?

Longman. Son troppo vecchio.

Pamela. Siete tanto più venerabile.

Longman. Ditemi, cara, prendereste marito?

Pamela. Difficilmente lo prenderei?

Longman. Perchè difficilmente?

Pamela. Perchè il mio genio non s’accorda colla mia condizione.

Longman. Se vi aveste a legare col matrimonio, a chi inclinereste voi?

Pamela. Sento gente. Sarà Madama Jevre.

Longman. Pamela, parleremo di ciò con più comodo.

Pamela. Può essere che non ci resti più tempo di farlo.

Longman. Perchè?

Pamela. Perchè forse avanti sera me n’anderò.

Longman. Non risolvete così a precipizio.

Pamela. Ecco Miledi con madama Jevre.

Longman. Pamela, non partite senza parlare con me.

Pamela. Procurerò di vedervi.

Longman. (Ah se avessi vent’anni di meno!) (da sè) A rivederci, figliuola.

Pamela. Il cielo vi conservi sano.

Longman. Il cielo vi benedica. (parte)

Pamela. Povero vecchio! Mi ama veramente di cuore. Anche il padrone mi ama. Ah che differenza di amare! Monsieur Longman mi ama con innocenza; il padrone mi ama per rovinarmi. Oimè! Quando uscirò da questa casa fatale?

  1. Bett. e Pap.: ragazza.