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PAMELA 47


dopo un viaggio di cinque anni. Egli è pieno di brio; egli è affabile con chicchessia; ha condotto seco dei servitori di varie nazioni; e dopo la sua venuta, la mia casa pare trasportata in Parigi.

Pamela. Spero che il Cavaliere vostro nipote non avrà a domesticarsi con me.

Miledi. Orsù andiamo, non perdiamo inutilmente il tempo.

Jevre. Non volete restare a pranzo con vostro fratello?

Miledi. No, mi preme condune a casa Pamela.

Pamela. Signora, che dirà il mio padrone, se parto così villanamente senza baciargli la mano?

Miledi. Vieni meco, passeremo dal suo appartamento.

Jevre. Eccolo, ch’egli viene alla volta nostra.

Pamela. (Oh Dio! Tremo tutta, il sangue mi si gela nelle vene1). (da sè)

SCENA XX.

Milord Bonfil e dette.

Bonfil. Miledi, che fate voi in queste camere?

Miledi. Son venuta a sollecitare Pamela.

Bonfil. Che volete far voi di Pamela?

Miledi. Condurla meco.

Bonfil. Dove?

Miledi. Non me l’avete voi concessa per cameriera?

Bonfil. Pamela non ha da uscire di casa mia.

Miledi. Come! Mi mancate voi di parola?

Bonfil. Io non mi prendo soggezione di mia sorella.

Miledi. Una sorella, ch’è moglie d’un cavaliere, deve essere rispettata come una dama.

Bonfil. Prendete la cosa come vi piace. Pamela non deve uscire di qui.

Miledi. Pamela deve venire con me.

Bonfil. Va nella tua camera. (a Pamela)

Pamela. Signore...

  1. Bett.: in seno.