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56 ATTO SECONDO

Longman. Ma se parte...

Bonfil. Parto sì, parto, ma non per Lincoln. (alterato)

Longman. (Non lo capisco). (da sè)

Bonfil. Che ha detto Miledi in partendo da casa mia?

Longman. Che vuol Pamela assolutamente.

Bonfil. Non l’avrà. Giuro al cielo, non l’avrà.

Longman. Resterà ella in casa?

Bonfil. La mariterò.

Longman. Signore, la vuol maritare?

Bonfil. Sì, voglio assicurare la sua fortuna.

Longman. Perdoni; le ha ritrovato marito?

Bonfil. Non ancora.

Longman. (Ah foss’io il fortunato!) (da sè)

Bonfil. Avreste voi qualche buon partito da proporre a Pamela?

Longman. L’avrei io, ma...

Bonfil. Che vuol dire questa sospensione?

Longman. Domando perdono... La vuol maritare davvero, davvero?

Bonfil. Io non parlo invano.

Longman. Pamela vorrà soddisfarsi.

Bonfil. Pamela è saggia.

Longman. Se è saggia, non disprezzerà un uomo avanzato.

Bonfil. Inclinereste voi a sposarla?

Longman. E perchè no? Voi sapete chi sono.

Bonfil. (Ah ribaldo! Costui mi è rivale). (da sè)

Longman. Le farò donazione di quanto possiedo.

Bonfil. (Sì, sì, con questo matrimonio Pamela non si scosta dagli occhi miei). (da sè)

Longman. Signore, ecco superato ogni mio rossore. Amo Pamela, ed ora che vi vedo in procinto di disporre di lei, vi supplico consolarmi.

Bonfil. (Come? Soffrirò che un mio servitore gioisca di quella bellezza che m’innamora? Non sarà mai). (da sè)

Longman. Signore, che dite?

Bonfil. (alterato) Dico che siete un pazzo; che se ardirete mirar Pamela, vi ucciderò colle mie proprie mani.