Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1909, V.djvu/72

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62 ATTO SECONDO

Jevre. Io?

Bonfil. Sì, voi, nel carrozzin da campagna.

Jevre. Ma così subito...

Bonfil. Giuro al cielo, non replicate.

Jevre. (Furia, furia!) (da sè)

Pamela. I miei poveri genitori giubileranno di contento.

Bonfil. Oggi devo partire. Preparatemi della biancheria per tre giorni. (a Jevre)

Jevre. Oggi andate via?

Bonfil. Sì, l’ho detto.

Jevre. Benissimo.

Pamela. Signore, voi partite oggi, ed io partirò domani. Non avrò più la fortuna di rivedervi.

Bonfil. Ingrata! Sarai contenta.

Pamela. Permettetemi che io vi baci la mano.

Bonfil. Tieni; per l’ultima volta.

Pamela. Il cielo vi renda merito di tutto il bene che fatto mi avete. Vi chieggo perdono, se qualche dispiacere vi ho dato; ricordatevi qualche volta di me. (gli bada la mano piangendo, e la bagna colle lagrime)

Bonfil. (Mostra la sua confusione, poi si sente bagnata la mano) Ah! Pamela! Tu mi hai bagnata la mano.

Pamela. Oimè! Vi dimando perdono; sarà stata qualche lagrima caduta senz’avvedermene.

Bonfil. Asciugami questa mano.

Pamela. Signore...

Jevre. Via, vi vuol tanto? Asciugatelo. (a Pamela)

Pamela. (Col suo grembiale asciuga la mano a Milord.)

Bonfil. Ah ingrata!

Pamela. Perchè, signore, mi dite questo?

Bonfil. Tu confessi che ti ho fatto del bene.

Pamela. Conosco l’esser mio dalla vostra casa.

Bonfil. Ed hai cuor di lasciarmi?

Pamela. Siete voi che mi licenziate.

Bonfil. Vuoi restare? (con dolcezza)