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PAMELA 69

Miledi. Eh Cavaliere, lasciatela stare. Ella è caccia riservata di Milord mio fratello.

Ernold. Non si potrebbe fare un piccolo contrabbando?

Pamela. (Che parlare scorretto!) (da sè)

Miledi. Voi mi fareste ridere, se costei non mi desse motivo di essere accesa di collera.

Ernold. Che cosa vi ha fatto?

Miledi. Mio fratello mi ha data parola ch’ella sarebbe venuta a servirmi, ed ella venir non vuole; e Milord mi manca per sua cagione.

Ernold. Eh, ragazza mia, bisogna mantener la parola; senz’altro bisogna venir a servire miledi Daure.

Pamela. Ma io dipendo...

Ernold. Non vi è ragione in contrario, voi avete da venire a servirla1.

Pamela. Ma se il padrone...

Ernold. Il padrone è fratello della padrona; fra loro s’intenderanno, e la cosa sarà aggiustata.

Pamela. Vi dico, signore...

Ernold. Via, via, meno ciarle; datemi la mano, e andiamo.

Pamela. Non soffrirò una violenza. (va verso la porta per fuggire)

Ernold. Giuro al cielo, fuor di qui non si va. (si mette alla porta)

Pamela. Come, signore? In casa di milord Bonfìl?

Miledi. Chi sei tu, che difendi la ragion di Milord? Sei qualche cosa del suo? Giuro al cielo, se immaginar mi potessi ch’egli ti avesse sposata, o ti volesse sposare, ti caccerei uno stiletto2 nel cuore.

Ernold. Eh figuratevi, se Milord è così pazzo di volerla sposare! La tiene in casa per un piccolo divertimento.

Pamela. Mi maraviglio di voi. Sono una fanciulla onorata.

Ernold. Brava! Me ne rallegro. E che viva3 la signora Onorata. Ehi, se siete tanto onorata, avrete dell’onore da vendere.

Pamela. Che volete dire perciò?

  1. Bett.: voi l’avete da venir a servire.
  2. Bett.: uno stile.
  3. Bett. e Pap.: Evviva.