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PAMELA 89


lare. Chi sa che il di lui padre non m’abbia ad esso raccomandato?

Bonfil. Milord è cavalier virtuoso; è il mio più fedele amico. Ma oh Dio! quanto tarda Pamela! Andiamola a ritrovare. (si alzano)

Andreuve. Signore, vi raccomando a non espor la mia vita. Son vecchio, è vero, poco ancor posso vivere, ma non vorrei morire sotto la spada d’un manigoldo.

Bonfil. In casa mia potete vivere in quiete. Qui niuno vi conosce, e niuno saprà chi voi siate.

Andreuve. Ma dovrò vivere sempre rinchiuso? Son avvezzo a godere l’aria spaziosa della campagna.

Bonfil. Giuro sull’onor mio, tutto farò perchè siate rimesso nella primiera libertà.

Andreuve. Avete voi tanta forza presso di Sua Maestà?

Bonfil. So quanto comprometter mi possa della clemenza del Re, e dell’amore de’ ministri. Milord Artur s’unirà meco a proteggere la vostra causa.

Andreuve. Voglia il cielo ch’egli abbia per me quell’amore, con cui il padre suo mi trattava.

Bonfil. Ma tarda molto Pamela. Corriamo ad incontrarla.

Andreuve. Io non posso correre.

Bonfil. Datemi la mano.

Andreuve. Oh benedetta la provvidenza del cielo!

Bonfil. Cara Pamela, ora non fuggirai, vergognosetta, dalle mie mani. (parte con Andreuve)

SCENA VII.

Pamela da viaggio, col cappellino all’inglese, e Jevre.

Jevre. Presto, Pamela, che il padrone vi domanda.

Pamela. Sarà meglio ch’io parta senza vederlo.

Jevre. Avete paura degli occhi suoi?

Pamela. Quando si adira, mi fa tremare.

Jevre. Dunque siete risoluta d’andare?