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90 ATTO TERZO

SCENA XI.

Donna Eularia e donna Rodegonda.

Eularia. Amica, compatite se vengo a portarvi incomodo.

Rodegonda. Sempre care mi sono le vostre grazie.

Eularia. Ditemi, donna Emilia parte oggi senz’altro?

Rodegonda. Partirà da qui a poch’ore.

Eularia. Cara donna Rodegonda, io ho bisogno di voi.

Rodegonda. Comandatemi. Sapete che sopra di me avete tutto l’arbitrio.

Eularia. Sapete che io di salute sto poco bene. I medici mi hanno consigliato di mutar aria, e tutti mi assicurano che l’aria del colle, essendo pura e sottile, mi gioverà infinitamente, e mi promettono da questa sola mutazion d’aria la mia salute perfetta. Più volte ho sollecitato a ciò mio marito; ma egli non ha trovato paese di sua soddisfazione. Ora si è innamorato di Castelbuono.1 Questa sarebbe l’occasione per me felice di respirare un’aria salubre, se donna Emilia non mi sdegnasse nella sua compagnia. Non intendo aggravarla di spesa, trattandosi di dover fare una specie di purga. Donna Emilia potrà provvedermi un alloggio, e mi basta la sua assistenza2. Onde, amica mia dilettissima, a voi mi raccomando; impetratemi questa grazia, se vi preme la mia salute.

Rodegonda. Non volete altro? Sarete servita. Conosco donna Emilia; ella avrà ambizione di condurre con lei una sì amabile compagnia.3

Eularia. Ma s’ella non mi accorda di procurarmi un alloggio con libertà, non accetterò le sue grazie.

Rodegonda. Farà tutto quel che volete, di ciò assicurar vi posso. Andiamo a darle questa nuova felice. La vedrete balzar dal contento.

  1. Segue nell’ed. Pap.: Le stravaganze di quel castello additate da donna Emilia, l’invogliano a vedere un paese affatto nuovo, in cui si vive tanto diversamente dalla nostra città, credo unicamente per ridere di quel costume, e confermarsi sempre più che sia una specie di felicità il vivere nel gran mondo. Questa sarebbe l’occasione ecc.
  2. Pap. aggiunge: la sua compagnia.
  3. Pap. aggiunge: Era in collera meco, perchè non sono io in istato di andar con essa. Voi certamente le darete una consolazione.