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96 ATTO TERZO

Roberto. Tutto effetto della vostra bontà. Ma dov’è mia moglie? Non si lascia vedere?

Emilia. Ella, come vi ho detto, era in camera di donna Rodegonda. Può essere che sia a fare una finezza anche a mio marito.

Roberto. Quanti anni ha il vostro signor marito?1

Emilia. Mi dispiace che egli sia avanzato in età; non avrà grazia per fare il cavalier servente di donna Eularia.

Roberto. Eh, non importa, non importa. A Castelbuono già non si usa. Ma ancora non si vede...

Emilia. Verrà: di che avete paura?

Roberto. Mi dispiace che fa una mal’opera con voi. (Quando siamo a Castelbuono, non la voglio lasciare un momento. Colà non sarò criticato). (da se)

Emilia. Eccola con donna Rodegonda.

SCENA XVII.

Donna Eularia e donna Rodegonda e detti.

Roberto. Ma via, favoriscano ancor noi.

Emilia. Presto, donna Eularia; a momenti dobbiamo partire.

Eularia. Mi ha rappresentato donna Rodegonda con quanta bontà vi degnate di favorirci. (a donna Emilia)

Emilia. I favori li ricevo io.

Eularia. Don Roberto, avete voi riverito ancora il signor don Alfonso?

Roberto. No; due volte ho procurato di farlo, e sempre l’ho trovato impedito.

Eularia. Se volete vederlo, ora è solo.

Roberto. Sì, vado subito. (Gran prodigio! Tre donne senza un servente? Oh, se andasse sempre così! Si potrebbe vivere anco2 in città). (parte)

  1. Segue nell’ed. Pap.: «Em. Oh, è vecchio: averà cinquant’anni. Rob. Bella età, bella età! Gli uomini mi piacciono così, di 50 o 60 anni. Em. Mi dispiace ecc.».
  2. Zatta: ancora.