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L'INCOGNITA 135

Mastro. (Dite alla padrona che sarà servita. Ho letto il viglietto, ho trovato dentro il denaro. Il calesse è pronto. Ditele che fra un quarto d’ora la giovane sarà partita). (ad Arlecchino)

Arlecchino. (Benissimo).

Rosaura. (Che dicono mai fra di loro? Mi trema il cuore). (da sè)

Arlecchino. Siora incognita reverita, ghe son servitor. La fazza bon viazo, la me voia ben, e ghe baso le man1. (parte)

Mastro. Favorisca, signora, resti servita.

Rosaura. Dove?

Mastro. Qui non istà bene.

Rosaura. Ma dove mi volete condurre?

Mastro. In luogo, dove starà meglio.

Rosaura. Deh, per pietà....

Mastro. Meno ciarle; io non ho tempo da perdere.

Rosaura. Andiamo; andiamo a morire. (parte col Mastro di posta)

Fine dell’Atto Primo.



  1. Paperini, Zatta ecc. stampano per isbaglio milan.