Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1909, VI.djvu/374

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362 ATTO PRIMO

SCENA IL

Colombina e detta.

Colombina. Eccomi, signora.

Rosaura. Guarda, Colombina, questa scuffia mi sta male, non è egli vero?

Colombina. Mi par che stia bene.

Rosaura. Oibò, non mi posso vedere.

Colombina. E pure è quella che vi piaceva tanto. Ieri diceste che non avete mai avuto una scuffia meglio fatta.

Rosaura. Ieri mi pareva che andasse bene, e oggi no.

Colombina. Compatitemi, signora padrona, siete un poco volubile.

Rosaura. Impertinente, così parli di me?

Colombina. Via, compatitemi, l’ho detto senza intenzione di offendervi.

Rosaura. Va via di qua.

Colombina. Non credeva che l’aveste per male. So che mi volete bene, e che da me soffrite qualche barzelletta.

Rosaura. Non voglio barzellette. Corallina, dove sei? (chiama)

Colombina. Come, signora, chiamerete la sottocameriera? Farete a me questo torto?

Rosaura. Mi voglio far servire da chi voglio io, e tu va via di qui.

Colombina. Vi aveva da dire una cosa per parte del signor Lelio.

Rosaura. Non voglio sentir parlare di Lelio.

Colombina. Mi diceste pure ieri, che lo salutassi per parte vostra.

Rosaura. So che è stato in casa della signora Eleonora, non lo voglio più per nulla.

Colombina. La signora Eleonora è pur vostra amica.

Rosaura. Sì, sì, è mia amica! Se verrà da me, ci avrà poco gusto.

Colombina. Ma, cara signora padrona, io vi voglio bene e vi parlo per vostro bene. Ieri avete fatto tante finezze alla signora Eleonora, avete dette tante belle parole al signor Lelio, e oggi non lo volete sentir nominare. Che concetto volete che si faccia di voi?