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LA DONNA VOLUBILE 411

SCENA VI.

Brighella, Colombina e Corallina.

Brighella. Alto, alto, fermeve.

Colombina. Datemi il mio zecchino.

Corallina. Restituitemi il mio danaro.

Colombina. Così burlate le povere donne?

Corallina. Così le assassinate?

Brighella. Me maraveggio dei fatti vostri. Son un galantomo, e non ho bisogno dei vostri danari. Ho fatto per far una prova, per veder se nissuna de vualtre do pettegole me vol ben. Mi no vôi più servir; me vôi maridar; ma vôi una che me voggia ben. V’ho provà; v’ho cognossù: se do bone limòsine; me maltrattè, me strapazzè; per un zecchin me volè far perder la reputazion? Non occorr’altro. Andè al diavolo tutte do. Perdere sta fortuna, perdere un omo della mia sorte, e pianzerè la vostra maledetta avarizia, e mi riderò con una sposa al fianco, che ve farà morir dall’invidia.

Colombina. Io l’ho detto... così per ischerzo... per altro lo zecchino ve l’ho donato. (mortificata)

Corallina. Se ne volete degli altri, siete padrone. (mortificata)

Brighella. Eh, sangue de mi, tolì el vostro zecchin. (finge tirarli fuori)

Colombina. No, no, tenetelo.

Corallina. Non lo voglio, non lo voglio.

Brighella. Non lo volì?

Colombina. Io ve lo dono.

Corallina. Ed io ve l’aveva donato.

Brighella. Basta, per no mortifìcarve lo tegnirò.

Colombina. Ma... dite... Chi sarà la vostra sposa?

Brighella. Quella che me vorrà più ben.

Corallina. Io vi amo con tutto il cuore.

Colombina. Ed io spasimo per voi.

Brighella. Orsù, sta sera se dà la man alla paroncina zovene, e poi esser anca alla più grande, se la se conserverà dell’istesso