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LA DAMA PRUDENTE 33

Eularia. Avrete avuto il gioiello: con licenza di questi signori, me lo lascerete vedere.

Roberto. Non sono arrivato sino alla bottega del gioielliere, poichè ho incontrato un bracciere di donna Rodegonda, che veniva alla volta di questa casa.

Eularia. Che vuole donna Rodegonda?

Roberto. Ci aspetta da lei a bevere la cioccolata.

Eularia. Non abbiamo a vederci seco lei questa sera?

Roberto. È giunta in casa sua una dama forestiera, che ha piacere di farci conoscere. Andiamo.

Eularia. Quando volete così, andiamo. Signori, mi permetteranno che io vada con mio marito a ritrovar questa dama. M’immagino la conoscerete. Ella è moglie del giudice criminale.

Conte. Accomodatevi come v’aggrada.

Marchese. La compagnia del marito non può essere migliore.

Roberto. Pensate s’io voglio andar con mia moglie. Non fo di queste pazzie. Anderò innanzi a complimentare la forestiera.

Eularia. Io anderò da me nella mia carrozza.

Roberto. Non andate sola. Ecco, questi due cavalieri vi favoriranno.

Marchese. In quanto a me, dispensatemi. La servirà il Conte.

Conte. Incontrerò con piacere l’onor di servirla.

Roberto. (Sola col Conte? Signor no). (da sè) Eh via. Marchese, venite ancor voi da donna Rodegonda. Vedrete una dama, mi dicono, assai gentile.

Marchese. Bene, verrò con voi. Vi farò compagnia a piedi.

Roberto. No, no, lasciatevi servire nella carrozza. In tre ci si sta benissimo.

Marchese. Nella vostra carrozza ci sono stato ancora. In tre si sta incomodi.

Conte. Ebbene, signor Marchese, servite voi la dama, e io anderò a piedi con don Roberto.

Marchese. Volentieri, vi prendo in parola.

Roberto. Eh via. Contino, andate anche voi, che ci starete bene. Voi siete piccolo; dalla parte dei cavalli state benissimo.