Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1909, VI.djvu/44

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34 ATTO PRIMO

Eularia. Signori1, i vostri complimenti mi fanno perdere il tempo.

Roberto. Animo, andate: lasciatevi servire. (alli due)

Marchese. (Conte, io vengo perchè don Roberto m’incarica). (piano al Conte)

Conte. (Questa giustificazione è fuori di tempo). (da sè) Favorite. (offre la mano a donna Eularìa)

Roberto. (Osserva attentamente.)

Eularia. Non v’incomodate. (al Conte, guardando don Roberto)

Roberto. Non ricusate le finezze di questi cavalieri. Animo, animo, alla gran moda. Uno di qua, l’altro di là.

Marchese. Son qui ancor io, signora (prendono il Marchese ed il Conte donna Eularia in mezzo, servendola di braccio in due.)

Roberto. (Guarda con attenzione, nascostamente.)

Eularia. (Mio marito freme, e vuol così a suo dispetto). (da sè, e parte servita dalli due)

Roberto. (L’osserva nel partire, poi chiama) Chi è di là?

SCENA IX.

Don Roberto ed il Paggio.

Paggio. Signore.

Roberto. Va a servire la padrona. Ehi, senti: monta sulla carrozza; osserva bene, e riportami tutte le parole che dicono.

Paggio. Tutte?

Roberto. Sì, tutte.

Paggio. E se dicessero quella brutta parola?

Roberto. Quale parola brutta?

Paggio. Geloso.

Roberto. Come geloso? Chi è geloso? Che cosa dici? (alterato)

Paggio. No, no, non la dico più.

Roberto. Ma che vuoi tu dire?... Presto, presto, la carrozza parte. Monta dinanzi, e fa quello che ho detto.

  1. Pap.: Signori miei.