Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1909, VI.djvu/54

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44 ATTO PRIMO

Rodegonda. Non siate in collera con quei poveri cavalieri.

Eularia. Io non ho collera con nessuno.

Rodegonda. Rimetteteli nella vostra grazia.

Eularia. Non posso rimetterli in un posto, dove non sono mai stati.

Marchese. (Causa il Conte! Maledetto Conte!) (da sè)

Conte. (Se non ci fosse il Marchese, l’aggiusterei facilmente). (da sè)

Emilia. (Oh, se a Castelbuono nascesse una di queste scene, se ne parlerebbe per un anno continuo). (da sè)

SCENA XIV.

Don Roberto e detti.

Roberto. (Eccoli ancora qui. La finirò io). (da sè)

Rodegonda. Don Roberto, ben ritornato.

Roberto. Servo di lor signori.

Eularia. Che fa vostra zia?

Roberto. Dirò... male assai... sta per morire... Sarebbe bene che, prima ch’ella morisse, le deste anche voi la consolazione di vedervi.

Eularia. Sì, dite bene; andiamola a veder subito. Donna Rodegonda, compatite. Donna Emilia, vi son serva.1

Rodegonda. Verremo questa sera da voi.

Eularia. Mi farete un onor singolare.

Emilia. Ed io sarò partecipe delle vostre grazie.

Marchese. Signora, sono a servirvi.

Eularia. Perdonatemi. Non mi par che convenga andare a visitare una moribonda in compagnia di gente non conosciuta.

Marchese. (Ancora è sdegnata). (da sè) Perdonatemi, avete ragione.

Conte. Sì signora, dite bene. In questa occasione non si va che con suo marito.

  1. Pap. aggiunge: Degnatevi di onorar la mia casa.