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70 ATTO SECONDO

Rodegonda. Oh sì, don Roberto, che volete fare una conversazione di buon gusto! Due tavolini, uno di uomini e uno di donne. Se viene qualcheduno a vederci, creperà dal ridere.

Roberto. Signora donna Emilia, a Castelbuono si usano questi tavolini? Giuocano mai separati gli uomini dalle donne?

Emilia. Ordinariamente giuocano gli uomini fra di loro, e le donne non giuocano quasi mai.

Roberto. E qui giuocano sempre. Giuocano giorno e notte, e una partita senza uomini, è una partita che fa ridere.

Rodegonda. Ma che dite, donna Eularia, vi pare che così stiamo bene?

Eularia. Per me sto benissimo. Mi dispiace che voi non siate contenta.

Rodegonda. Oh, non sono contenta assolutamente. Dividiamoci; siamo sei. Due dame e un cavaliere; due cavalieri e una dama. Signor Conte, signor Marchese, non vogliono favorire?

Marchese. Farò tutto quello che comandano lor signore.

Conte. Di me dispongano come loro aggrada1,

Rodegonda. Ha da giuocare anche don Roberto.

Roberto. Farò tutto per obbedire2.

Rodegonda. Oh bravo! Voi a tavolino colla moglie non ci dovete stare...

Roberto. Non ci devo stare?

Rodegonda. Oh, questa sarebbe bella, che il marito giuocasse colla moglie!

Roberto. Signora donna Emilia, a Castelbuono giuocano mai i mariti colle loro mogli?

Emilia. Mio marito giuoca spesso con me.

Roberto. (Oh benedetto castello!) (da sè)

(2)
  1. Segue nell’ed. Pap.: «Rob. (Amici, venite qua; voglio darvi un avvertimento da amico, ma piano, che non mi sentano. Non giocate a tavolino con donna Rodegonda e donna Eularia, perchè si mostrano le carte fra di loro, e vi prendono in mezzo, e vi vincono sicuramente). March. (Questo È quello che mi è accaduto più volte). Cont. (Colle donne bisogna perdere). Rob. (Se si tratta di poco, va bene). Rodeg. E ancora non avete accomodata questa partita? Se vi contentae, l’accomoderò io. Ha da giocare anche don Roberto ecc.».
  2. Pap. aggiunge: una dama.