Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, IX.djvu/178

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Beatrice. Ma siete però un ingrato.

Rainmur. No, madamigella, non lo sono.

Beatrice. Lo vedremo.

Rainmur. Lo vedrete.

Beatrice. Ecco mio padre. Vi son serva.

Rainmur. Vostro servitore, madamigella.

Beatrice. (Ah fortuna, non mi ingannare). (da sè)

Rainmur. In questa casa tutti non somigliano a madamigella Beatrice. Ella ha delle massime...

SCENA V.

Pantalone e detti.

Rainmur. Monsieur Pantalone, vostro servitore obbligato.

Pantalone. Monsù Rainmur, compatime se vegno a desturbarve.

Rainmur. Mi fate onore.

Pantalone. Me deu licenza che me senta?

Rainmur. Sì, comodatevi, lo farò ancor io. (siedono)

Pantalone. (No so da che cao prencipiar...). (da sè)

Rainmur. Volete fumare una pipa?

Pantalone. Ve ringrazio. Avanti disnar no fumo, e po no son qua, caro amigo, per conversazion, ma per discorrer1 con serietà. Oh Dio! Se tratta de assae, doneme un quarto de ora per carità.

Rainmur. Parlate quanto vi piace. Voi meritate bene di essere ascoltato.

Pantalone. Monsù Rainmur, bisogna levarse la maschera, e parlar schietto. Stamattina m’avè promesso diese mille ducati. M’ave promesso vegnirmeli a scriver in banco; v’ho aspettà fina squasi a mezzodì de Rialto, e no v’ho visto a vegnir. Capisso dalla vostra tardanza, da quel che avè dito a Brighella, e da altre cosse seguide, che se pentìo de darmeli, e no so se siè in caso de effettuar la promessa. Mi certo no v’ho dà motivo de pentimento, onde pareria che un omo onesto della vostra sorte

  1. Nel testo si legge: ma discorrer.