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Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, VII.djvu/134

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124 ATTO PRIMO


drone vecchio, dabbene e di poca salute, voi siete un pazzo a dubitare di lui.

Frangiotto. Per altro, s’ei non fosse vecchio e di poca salute, potrei dubitare dunque.

Corallina. Potreste dubitare di lui, ma non di me.

Frangiotto. Questo è quello ch’io voleva dire.

Corallina. Orsù, lasciamo da parte queste malinconie. Lasciatemi badar per ora a metter da parte più ch’io posso, per istar bene dopo la di lui morte.

Frangiotto. E lo stesso posso far ancor io.

Corallina. Sì, facciamolo tutti due. Già, vedete che tutto passa per le mie mani.

Frangiotto. Vi è sua nipote, che mi dà un poco di soggezione.

Corallina. A me niente. La signora Rosaura mi vuol bene. Secondando io qualche sua inclinazione, qualche suo amoretto, l’ho fatta mia: siccome ho procurato e procuro di guadagnarmi l’amore e la stima di tutti quelli che frequentano questa casa.

Frangiotto. L’amore e la stima di tutti?

Corallina. Di tutti.

Frangiotto. Anche del signor Lelio, del signor Florindo?

Corallina. Anche del diavolino che vi porti, signor geloso sguaiato.

Frangiotto. Via, non andate in collera. Ditemi almeno in qual maniera intendete voi di cattivarvi l’affetto di queste tali persone.

Corallina. Facilissimamente. Facendo la generosa con tutti. Dispensando le grazie del padrone, senza da lui dipendere, e facendomi merito colla roba sua.

Frangiotto. E del vostro non donate niente?

Corallina. Niente; non son sì pazza.

Frangiotto. Niente, niente?

Corallina. Nulla affatto.

Frangiotto. Nemmeno un’occhiatina, un vezzetto...

Corallina. Un cancherino che vi mangi; un pezzo di legno che vi bastoni...

Frangiotto. Ma via, non vi riscaldate sì presto. Finalmente, se parlo...