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Corallina. (No vorria ch’el fusse un de quei matti che mena le man).

Lelio. Ah signora mia, l’ho fatta.

Corallina. Quando?

Lelio. In questo punto.

Corallina. Coss’alo fatto?

Lelio. L’ho fatta grossa.

Corallina. Ma coss’alo fatto?

Lelio. Mi sono innamorato.

Corallina. Innamorà? De chi, cara ela?

Lelio. Di quel bel ciglio cupidinoso.

Corallina. L’è innamora de mi?

Lelio. Sì, di voi, mia bella venere fluttuante.

Corallina. Eh via, la me burla.

Lelio. Ve lo giuro, per tutti i numi della numidia.

Corallina. Ma cossa vorla che fazza mi del so amor?

Lelio. Prendetevi l’amor mio, e fatene quel che volete.

Corallina. Dove xelo sto so amor?

Lelio. Nella verecondia.

Corallina. No l’intendo una sgazzarada1.

Lelio. Eccovi un sguardo.

Corallina. Oh, ghe lo dono.

Lelio. Un vezzo.

Corallina. Che el se lo petta2.

Lelio. Un abbraccio.

Corallina. Nol me comoda.

Lelio. Il mio cuore.

Corallina. No ghe ne magno.

Lelio. La mia mano.

Corallina. Xe ancora a bonora.

Lelio. Prendetevi quest’anello.

Corallina. Eh, più tosto.

Lelio. Nella rotondità di quel cerchio raffigurate la circonferenza dell’amor mio.

  1. Non l’intendo nulla. Più comune gazzarada.
  2. Se lo tenga, ma volgare: v. Boerio.