Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, VII.djvu/322

Da Wikisource.
310 ATTO TERZO

Alonso. Cara Rosaura, se ricuso di battermi, ho perduto l’onore.

Garzia. Questa volta non vi risparmierò la vita.

Corallina. (Or ora si sbudellano qui). (da sè, parte)

Alonso. Usciamo di questa casa.

Rosaura. Oh cielo!

Beatrice. Fermatevi. (a don Garzia)

Garzia. Non mi rompete il capo. (a Beatrice)

Beatrice. Sono la vostra sposa.

Garzia. Siete il diavolo che vi porti. (a Beatrice)

SCENA VIII.

Corallina, Brighella e detti.

Corallina. Eccoli, eccoli.

Brighella. Presto, signori, el suo reggimento l’è destinà de parada.

Garzia. Dove?

Brighella. No la sa? I ha da moschettar un desertor.

Garzia. Chi è costui?

Brighella. Un certo Arlecchin Battocchio.

Corallina. Arlecchino è disertore? L’hanno da moschettare?

Brighella. Signora sì.

Corallina. Oh povero Arlecchino!

Garzia. Andiamo al nostro dovere; dopo ci batteremo. (ad Alonso, e parte)

Rosaura. Caro don Alonso, ricorrete contro di don Garzia.

Alonso. Il mio giudice è la mia spada. (parte)

Corallina. Signor sergente, morirà quel povero disgraziato?

Brighella. Ma! chi deserta, more.

Corallina. E non vi sarà nessuno che parli per lui?

Brighella. Ho visto a manizarse el sior Pantalon; ma ho paura che nol farà gnente. È vero che no l’è effettivamente desertor, perchè nol s’ha trova fora della città; ma l’era travestido per desertar, e in occasion de guerra viva, se usa tutto el rigor.

Corallina. Dunque morirà?

Brighella. Ho paura de sì.