Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, VII.djvu/400

Da Wikisource.
386 ATTO SECONDO


mi sarei mai figurata un caso simile. Nessuno può intaccare in una minima parte la mia riputazione.

Lelio. Ma zitto...

Corallina. Voglio1 dire l’animo mio. Voglio che ci mettiate in libertà. Voglio condur via la padrona. Voglio tornare a casa. Dir tutto a vostro padre, per farvi castigar come meritate.

Lelio. Non vi riuscirà di farlo. Siete nelle mie mani.

Corallina. Credete voi di farmi paura? Giuro al cielo, non mi conoscete bene. Cane senza legge, senza riputazione. Bella cosa, eh? Condur via una povera ragazza innocente?

Lelio. Ma io la voglio sposare.

Corallina. Perchè non dirlo a vostro padre?

Lelio. Gliel’ho detto, e me l’ha negata.

Corallina. Se ve l’ha negata, saprà che non la meritate; siete2 un discolo, un vagabondo.

Lelio. Via, Corallina, ascoltatemi, che sarà meglio per voi.

Corallina. Non voglio ascoltar niente. Lasciatemi andare, o solleverò il vicinato.

Lelio. Corallina, questi sono zecchini, ascoltatemi.

Corallina. Via, che cosa mi volete dire? (si va calmando3)

Lelio. Io sono innamorato della signora Rosaura.

Corallina. Bene, e così?

Lelio. Un giovine che ama una ragazza per isposarla, commette alcun mancamento?

Corallina. Che spropositi! Signor no.

Lelio. Se il padre nega al figlio una sposa senza ragione, il figlio non ha motivo d’andar in collera?

Corallina. Amore... certamente... scalda il sangue.

Lelio. Quanti hanno fatto delle pazzie per amore?

Corallina. Ah! ne ho fatte anch’io qualcheduna.

Lelio. Deh, Corallina, compatitemi.

Corallina. Vi compatisco, ma queste non sono azioni da farsi. Con-

  1. Bett.: Zitto un corno, voglio ecc.
  2. Bett. e Pap.: perchè siete ecc.
  3. Bett.: con caldo, ma non tanto.