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LA MOGLIE SAGGIA 437

Corallina. Quattr’ore, e il padrone non si vede.

Rosaura. Non è tardi, verrà.

Corallina. Sì, sì, verrà. Volete andare a cena?

Rosaura. No, aspettiamolo.

Corallina. Eh, il signor Conte avrà cenato.

Rosaura. Dove?

Corallina. Oh bella! Dalla signora Marchesa.

Rosaura. Credi tu che ci vada frequentemente dalla marchesa Beatrice?

Corallina. Io credo che vi sia a tutte le ore.

Rosaura. Come lo puoi tu credere?

Corallina. Domandatelo a Brighella mio marito, e lo saprete.

Rosaura. Ah pazienza! (si mette a leggere)

Corallina. Eh signora padrona, siete troppo buona.

Rosaura. Ma che vorresti tu ch’io facessi?

Corallina. Dite l’animo vostro.

Rosaura. Il Conte va in collera per niente, lo sai pure.

Corallina. E per questo avete paura?

Rosaura. Quando va in bestia, mi fa tremare.

Corallina. Oh, s’egli avesse a fare con me, non mi lascerei metter i piedi sul collo. S’egli alzasse la voce tre tuoni, ed io sei. S’egli alzasse le mani, ed io più alte di lui. Brighella mio marito fa a mio modo, e di me ha qualche soggezione; per altro starebbe fresco. Oh, s’egli avesse un’amicizia fissa, come il signor padrone, la vorressimo veder bella.

Rosaura. Orsù, bada a te, e lasciami leggere.

Corallina. Leggete, non parlo più. Compatitemi, signora padrona, parlo per amore, e non so quel ch’io1 mi dica.

Rosaura. Se mi vuoi bene, non mi parlare di certe cose.

Corallina. È stato picchiato.2

Rosaura. Va a vedere chi è.

Corallina. Subito. (Così le vorrebbero le mogli gli uomini vagabondi. Essi a spasso, e la moglie a casa). (da sè, parte)

  1. Bett.: cosa che
  2. Bett.: battuto.