Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1910, VII.djvu/503

Da Wikisource.

LA MOGLIE SAGGIA 487

Beatrice. Come potete compromettervi?

Lelio. Noi abbiamo il segreto.

Florindo. Fidatevi di noi.

Lelio. Via, consolate quel povero Conte, che dà la testa per le muraglie.

Beatrice. Poverino! (deridendolo)

Florindo. Non siate così crudele.

Beatrice. Mi fate ridere1.

Lelio. Animo, animo, presto, andiamo.

Florindo. Via, prima che si raffreddi.

Lelio. Andiamo a far questa pace.

Beatrice. Orsù, farò a modo vostro. Ma se sarò affrontata, voi due me ne renderete conto. Do alcuni ordini, e sono con voi. (parte)

SCENA V2.

Lelio e Florindo.

Lelio. Se queste genti si dividono, abbiamo persa la più bella conversazione del nostro paese.

Florindo. Se qualchedun ci sentisse, direbbe che facciamo i mezzani.

Lelio. Mestiere alla moda. Si fa di tutto per gli amici.

Florindo. Come riusciremo nel nostro impegno?

Lelio. A maraviglia. Piglieremo le parole per aria. Le faremo giuocare a nostro modo; e poi, quando una volta hanno queste donne parlato insieme, ancorchè la Contessa non si disdica, tutto si accomoderà.

Florindo. E noi rideremo.

Lelio. E vin di Canarie.

Florindo. E cioccolata. (ridendo partono)

  1. Bett.: Non mi fate ridere!
  2. Nell'ed. Bett. è unita alla scena precedente.