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LA SERVA AMOROSA 271


vostra. Se avete intenzione di parlare col signor Fiorindo, che importa oggi o domani? Non è tutt’uno? Non sono freddure? Certe cose non le posso soffrire. Già che ci siete, stateci. Il signor Florindo è lì, lo meno qui; lo vedete, vi spicciate, e ve n’andate con un poco più di proposito e di convenienza. (va nella camera di Florindo)

Rosaura. Oh Dio! Che faccio? Resto o me ne vado? Corallina mi ha confusa, mi ha stordita.

SCENA XIV.

Corallina, Florindo e Rosaura.

Corallina. Oh via, anche voi fatemi il vergognoso. (a Florindo, spingendolo verso Rosaura)

Florindo. Non vorrei che ella credesse...

Corallina. Che ha da credere? Quando crede che le vogliate bene, ha finito.

Rosaura. Di quelle calze, Corallina, ne avrete delle altre?

Corallina. Oh sì signora, delle calze ne avrò quante volete, ma dei padroni non ho altro che questo.

Florindo. Servo suo, mia signora.

Rosaura. La riverisco divotamente.

Corallina. Eh via, via, mi contento.

Rosaura. Addio, Corallina. (in atto di partire)

Corallina. Andate via? (a Rosaura)

Rosaura. Mio padre dorme.

Florindo. Se dorme, può trattenersi. (a Rosaura)

Rosaura. Sarà svegliato forse.

Corallina. Vi è tempo un’ora. Quando s’alza, io lo vedo dalla finestra.

Florindo. Oggi mi preme di parlare al signor Pantalone.

Rosaura. Ha qualche interesse con lui?

Florindo. Sì signora, ho un picciolo affare.

Rosaura. Affar picciolo?

Florindo. Voglio dire...