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LA SERVA AMOROSA 281

Corallina. Venti passati.

Ottavio. Oh! quando io era della vostra età!

Corallina. (Ancora non mi conosce). (da sè)

Ottavio. Di che paese siete?

Corallina. Di questa città.

Ottavio. Di chi siete figlio?

Corallina. Signore, non mi conosce?

Ottavio. No davvero. Voi mi conoscete?

Corallina. E come!

Ottavio. Dove mi avete veduto?

Corallina. In questa casa.

Ottavio. (Si mette gli occhiali) Eppure non vi conosco.

Corallina. Mi pare assai.

Ottavio. Avete una fisonomia, che non mi par nuova ai miei occhi, ma non mi ricordo chi siate1.

Corallina. Guardatemi meglio, e mi conoscerete.

Ottavio. Anche questa voce mi par di conoscerla... Oh benedetta vecchiaia! Capisco che sono un pezzo in là! Vado perdendo anche la memoria.

Corallina. Signore, l’aria di quella porta gli farà male: permette che io la chiuda?

Ottavio. Sì, caro, chiudetela. (Bel ragazzetto!2) (da sè)

Corallina. (S’alza e va chiuder l’uscio per dove è andata Beatrice) (Ci vuol coraggio. Ora son nell’impegno). (da sè; torna a sedere)

Ottavio. E così, ditemi: chi siete?

Corallina. Ma possibile che non mi conosciate?

Ottavio. Sono degli anni che non pratico nessuno. Non vi conosco.

Corallina. Non sentite la voce femminile?

Ottavio. Compatitemi... Siete musico?

Corallina. Non signore, sono musica.

Ottavio. Come! donna?

Corallina. Ancora non mi conoscete?

Ottavio. Avete serrata la porta?

  1. Pap.: siete.
  2. Pap.: ragazzotto.