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282 ATTO TERZO

Corallina. Sì signore.

Ottavio. Avete bisogno di qualche cosa? Comandate.

Corallina. Il cielo vi benedica. Comparite sempre più giovine.

Ottavio. Mi governo. Non fo strapazzi: dite, cara figlia, come avete nome?

Corallina. Ho nome Corallina.

Ottavio. Che?... Oh diamine!... Corallina?... (con gli occhiali)

Corallina. Si vede che vi siete affatto dimenticato di me.

Ottavio. Ih! io era lontano da voi mille miglia. In quest’abito, a quest’ora, chi se lo poteva sognare? E poi, sapete che ci vedo poco. Come qui? Qual motivo?

Corallina. Eccomi qui, in pericolo di perder anche la vita per amor vostro.

Ottavio. Oimè! Che è stato?

Corallina. Signor padrone, siete assassinato.

Ottavio. Da chi?

Corallina. Da vostra moglie.

Ottavio. Oh via! Siete qui colle vostre solite canzonette. Tutti contro quella povera donna.

Corallina. Ma ora si tratta di tutto...

Ottavio. Non mi venite ad inquietare.

Corallina. Volete precipitare...

Ottavio. Chiamerò la signora Beatrice.

Corallina. Chetatevi, signor padrone; per amor del cielo, non vi alterate. Sono venuta per desiderio di vedervi, dopo tanto tempo che sono priva della vostra cara presenza. Questi preziosi momenti non li voglio perdere in cose odiose. Siete uomo prudente, non avete bisogno de’ miei consigli. Parliamo d’altro. State bene? Siete sano? Vi ricordate più della vostra Corallina? Caro signor padrone, io vi amo teneramente. Lasciate che vi baci la mano.

Ottavio. Cara la mia Corallina, v’ho sempre voluto bene, e voi in mia vecchiezza1 mi avete abbandonato.

Corallina. L’ho fatto per compassione di un vostro figliuolo.

  1. Pap.: vecchiaia.