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I PUNTIGLI DOMESTICI | 381 |
SCENA IX.
Florindo e detti.
Florindo. O di casa... Oh! perdonino, (entrando rimane sospeso)
Rosaura. Di che?
Pantalone. Servitor umilissimo.
Florindo. Non vi è nemmeno un servitore nell’anticamera.
Pantalone. Se la vol parlar col sior Conte, el sarà in quelle altre camere; la pol restar servida de là.
Rosaura. Or ora tornerà qui.
Florindo. Come, signora Rosaura, nelle camere di vostro zio?
Rosaura. Sì signore, non vi è mia madre, sono venuta a raccomandarmi.
Florindo. Vi è qualche novità?
Rosaura. Certamente, e non piccola.
Florindo. Deh raccontatemi...
Pantalone. La vaga da sior Conte, che el gh’ha da parlar: el ghe conterà tutto.
Florindo. Non deve egli ritornar qui?
Rosaura. Dà alcuni ordini, e poi ritorna subito.
Florindo. Dunque l’attenderò. Cara signora Rosaura, raccontatemi.
Pantalone. (Adesso son in t’un bell’intrigo). (da sè)
Rosaura. Mia madre non vuole che siate mio.
Florindo. E voi che dite?
Rosaura. Che morirò prima di non esser vostra.
Florindo. Cara Rosaura.
Rosaura. Adorato Florindo.
Pantalone. (Eh poveretto mi!) Sior Marchese, no la perda tempo; avanti che vegna siora Contessa, la vaga a parlar co sior conte Ottavio. (passa vicino a Florindo)
Florindo. Sì, vado...
Rosaura. Il signore zio ha rimediato a tutto.
Florindo. Come?
Rosaura. Mi condurrà dalla Marchesina di lui sorella, mi terrà da essa fintanto che voi sarete mio sposo.