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LA DONNA DI TESTA DEBOLE 151

Fausto. No, ve la chiedo per grazia, per desiderio di leggerla, di goderla...

Violante. E di criticarla. (con caricatura

Fausto. Non permetterete ch’io vi dica il mio sentimento schietto e sincero?

Violante. Anzi; mi farete piacere.

Fausto. Favorite. Non mi fate penare d’avvantaggio.

Violante. È una piccola cosa, sapete? un primo parto di poeta novella.

Fausto. Sì, di poetessa novella. Son persuaso che abbia ad essere qualche cosarella che dia speranza in progresso.

Violante. Per altro chi l’ha sentita l’ha portata alle stelle.

Fausto. La sentirò ancor io volontieri.

Violante. Eccola. Ma già non vi piacerà.

Fausto. Parliamoci chiaro. Volete ch’io ve la lodi, o volete che vi dica la verità, come nell’animo mio l’intendo?

Violante. Se mi lodaste per complimento, tradireste voi stesso e la mia confidenza.

Fausto. Oh bene, da vostra pari. Leggiamo dunque, e sentiamo. (legge

Se il nuovo stil risuonante. (stringe i denti e si contorce

Violante. Che c’è? vi vengono le convulsioni?

Fausto. Niente signora, andiamo innanzi.

Di Partenope nostro

Partenope nostro? Partenope mascolino?

Violante. In verità, don Fausto, ne sapete quanto ne sa il mio paggio. Ora capisco che cosa voleva dire quello sciocco, quando si maravigliava del mascolino.

Fausto. Ma il vostro paggio ne sa più assai di chi vi ha insegnato finora.

Violante. Oh, quest’è bella! Partenope non vuol dir Napoli? e Napoli sarà femminino?

Fausto. Anche Napoli istesso vogliono i buoni autori che si accordi col femminino; Partenope molto più.

Violante. Tutti sono ignoranti, fuori di voi. (con disprezzo