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LA DONNA DI TESTA DEBOLE 153

Elvira. Donna Violante ha parlato di voi nell’anticamera con poca stima.

Fausto. Ed io non cesserò mai di parlare con della stima di lei.

Elvira. Le vostre attenzioni sono troppo male impiegate.

Fausto. Non merito maggior fortuna.

Elvira. Troppa umiltà, don Fausto. Voi meritate assaissimo, ed avete delle persone che vi amano.

Fausto. Chi mai sarà di sì poco spirito, che voglia perdere meco il tempo?

Elvira. Siete amico di donna Aurelia?

Fausto. Le son buon servitore.

Elvira. Ella forse ve lo dirà.

Fausto. Attenderò l’incontro di saperlo da lei.

Elvira. Sarebbe necessario che andaste voi medesimo a ritrovarla.

Fausto. Non sono solito a frequentar la sua casa.

Elvira. Potete dirle ch’io vi ho dato l’eccitamento d’andarvi.

Fausto. Ella dunque saprà che a voi è noto l’arcano.

Elvira. Sì, ella ed io lo sappiamo.

Fausto. Dunque, se avessi della curiosità di saperlo, potreste voi compiacermi, senza dare incomodo a donna Aurelia.

Elvira. È vero che a me non conviene dir tutto quello ch’ella potrebbe dirvi; ma se poi aveste veramente curiosità di saperlo...

Fausto. Signora, il punto sta che questa curiosità io non la ho veramente, sul riflesso che sarebbe inutile ch’io l’avessi.

Elvira. Perchè inutile?

Fausto. Non solo inutile, ma dispiacevole anzi mi sarebbe il saperlo.

Elvira. Vi torno a domandare il perchè.

Fausto. Perchè non essendo in grado di corrispondere a chi che sia, non ho nemmen desiderio di essere amato.

Elvira. Come? non siete in grado di corrispondere?

Fausto. Lo dico sinceramente: amo donna Violante.

Elvira. Una donna che vi disprezza?

Fausto. Il suo disprezzo non è ancora giunto a segno di far che io la odii.