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giera in quell’altro teatroa, cossa ghe diseli? passà Rialto: perchè mi stago alla Bragola, e vegno qua volentiera. (ad Ottavio)

Ottavio. Sì signore, io sono Ottavio, che per tredici anni ho l’onore di servire in questa Serenissima Dominante.

Zamaria. Bravo, bravo dasseno. Seu primo moroso?

Ottavio. Sì signore; benchè senza merito, sostengo come posso un tal carico, però a vicenda coll’amico Fiorindob.

Zamaria. Anca vu, sior, sè primo moroso? (a Fiorindo)

Florindo. Sì signore, per obbedirla. Conosco di non meritarlo, ma pure per ventura lo sono.

Zamaria. Caro vecchioc, compatime; fina per far da Pasqualind sè a proposito, ma per far da primo moroso, sè troppo piccolo.

Florindo. Caro signore, al mondo gli uomini non sono tutti di una statura.

Zamaria. Eh sì, caro vu, tutto quel che volè. Ma come diavolo voleu far scena co sto boccon de donna?2

Florindo. Non vi sarà bisogno, per intenderci, nè che ella si abbassi, nè che io mi alzi.

Zamaria. Via, sè troppo piccolo, sè un stropolo3, no me piasè.

Florindo. Se non piaccio a lei, sarà per me poco male. Sono stato sofferto per cinque anni continui in un altro teatro4, spero che sarò benignamente ascoltato anche in questo.

Zamaria. Volè metter quel teatro con questo?5

  1. Parla con Ottavio, che negli anni passati aveva recitato nel teatro di San Giovanni Grisostomo1.
  2. Parte da lui egregiamente fatta nella Putta onorata e nella Buona moglie, tomo IX Commedie del Goldoni, edizione di Firenze e di Pesaro.
  3. Statura grande della prima donna.
  4. Turacciolo.
  1. È costui Majani Francesco, di Bologna (padre di Giuseppe, detto Majanino), che il Goldoni aveva conosciuto primo innamorato sul teatro di S. Samuele, nel 1740: v. vol. I, pp. 132 e 134. - I due teatri di S. Samuele e di S. Gio. Grisostomo appartenevano entrambi alla famiglia Grimani e avevano la stessa compagnia comica.
  2. In quello detto di Sant’Angiolo.
  3. Rispetto alla ristrettezza del primo e alla vastità del secondo.
  4. O sia Francesco Falchi, marito di Eleonora, che abbandonò la compagnia Medebach, dove serviva quale secondo innamorato, per seguire il Goldoni a S. Luca. (V. vol. IV, pag. 86).
  5. Maniera di dire affettuosa: vol. III, p. 456, n. a.