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194 ATTO TERZO

SCENA VII.

Donna Violante sola.

Dunque la causa è vinta, e mio nipote diceva ch’io l’aveva perduta? Possibile che questa sentenza non l’abbia egli intesa? Mio nipote certamente ne sa... Ma se non ne sapesse quanto io mi persuado ch’egli ne sappia, lo sbaglio di chi sarebbe? Di lui, che ne avrebbe fatta una falsissima spiegazione. E in tal caso non potrei sospettar lo stesso della interpretazione di quelle due stanzine, che a dispetto di tutto il mondo, vuole don Pirolino che sieno fatte per nostra lode? In verità, sono un poco confusa. Voglio assicurarmi un po’ meglio della scienza di mio nipote, e se mai per disgrazia mi fossi fin adesso ingannata, sono in tempo di rimediarvi. Posso far di meno di studiare il latino. Apprenderò la lingua francese; in oggi questa è la lingua dominatrice nelle conversazioni; e spero che riuscirò più ammirabile, più gradita, se in vece di dire, domine, maxime, amo, cupio, dirò con un poco di buona grazia: Monsieur, oui, je vous, ja ime je mour, pour vous1 (parte)

SCENA VIII.

Strada.

Don Fausto e Brighella.

Brighella. Ala savudo la bella nova?

Fausto. Qual nuova?

Brighella. La siora donna Violante ha perso la causa.

Fausto. Povera signora! me ne dispiace infinitamente. Come l’hai saputo?

Brighella. Ho incontrà el sior don Pirolino, e el m’ha dà sta notizia.

Fausto. Che sia poi vera?

  1. Guibert, Zatta ecc. stampano: je vous aime, je mour ecc.