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LA CAMERIERA BRILLANTE 263

Brighella. No digo pagar el disnar al patron. Ma l’ha dito... me par... che la l’averia dada al servitor... La perdoni, védela, Eccellenza.

Ottavio. Non me ne ricordo.

Brighella. Oh, me lo ricordo mi; l’è cussì, da so servitor.

Ottavio. Sarà così. (Son nell’impegno. La doppia non si può risparmiare). (da sè, tirando fuori la borsa)

Brighella. (Chi è minchion, staga a casa). (da sè)

Ottavio. Voi dunque avete desiderato ch’io restassi commensale del vostro padrone. (tirando fuori la doppia)

Brighella. Eccellenza sì.

Ottavio. Ed io in ricompensa della vostra attenzione, perchè non si dica ch’io non abbia ricompensato con generosità qualunque servigio per piccolo ch’egli sia, ecco qui... (mostra la doppia)

SCENA VIII.

Traccagnino e detti.

Traccagnino. Sior patron.

Ottavio. Che c’è?

Traccagnino. Sussurri grandi.

Ottavio. Dove?

Traccagnino. In sta casa.

Brighella. Coss’è stà?

Traccagnino. I grida tra el padre e le fiole; e ho sentido a dir el sior Pantalon: Donca alla mia tola no vôi nissun.

Ottavio. Nessuno? (ripone la doppia nella borsa)

Traccagnino. Nissun.

Brighella. Eh, bisogna veder...

Ottavio. Sentiamo che cosa c’è. (in atto di partire)

Brighella. Eccellenza.

Ottavio. Ci rivedremo. (parte)