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IL FILOSOFO INGLESE 369

SCENA IV.

Monsieur Lorino e detti.

Lorino. Madama, vostro servo.

M. Saixon.   Monsieur, ben ritornato.
Usciste di buon’ora.
Lorino.   Dirò... non ho pranzato.
M. Saixon. Pranzato non avete? Si conosce alla cera.
Lorino. Noi altri parigini mangiam solo la sera.
L’estro mi ha divertito: dei versi ho lavorati,
Sono riusciti bene, e già li ho dispensati.
M. Saixon. Si possono vedere?
Lorino.   Eccoli: io non volea...
(dà un foglio alla Saixon)
Ma tutti li han pagati sinora una ghinea.
M. Saixon. Quante copie sinora, monsieur, ne avete dato?
Lorino. Quattro.
M. Saixon.   Quattro ghinee vi avete guadagnato?
Lorino. Sinora.
M. Saixon.   Mi rallegro. Siete un autor perfetto:
Andiam dunque a giocare sei partite a picchetto.
Lorino. Ben volentier, madama. (Ciò val più dell’argento), (da sè)
M. Saixon. (Vuol essere, se perde, un bel divertimento), (da sè)
Andiam; su l’ora fresca non vi è nè sol, nè pioggia;
Noi passeremo il tempo giocando, in su la loggia.
Lorino. Pria di giocar, madama, fate l’onore almeno
Di leggere i miei versi.
M. Saixon.   Ah sì; posso far meno?
L’argomento qual è?
Lorino.   Un ridicolo amante,
Che smania senza frutto alla sua diva innante.
M. Saixon. Che sì, monsieur Lorino, che questa è la novella
Di milord Wambert, che adora mia sorella?1

  1. Così tutte le edizioni.