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IL VECCHIO BIZZARRO 475


e se le vostre espressioni saranno meco sincere, troverete in me uguale al rispetto la rassegnazione e l’amore.

Pantalone. Eh cara siora Flamminia, vedo benissimo.....

Flamminia. Compatitemi s’io vi lascio. Vedo mio fratello uscire dalla sua camera; ho da parlargli prima ch’esca di casa.

Pantalone. La se comodi, come la comanda.

Flamminia. Signor Pantalone, le son serva. (Volesse il cielo che mi toccasse un uomo di garbo, e che restar potessi in questa cara città.) (da sè, e parte)

Pantalone. Eh, l’ho dito. La me dà la burla. La crede d’averme tirà su abbastanza, e sul più bello la me vol impiantar. Ma no ghe stanzio1: son nassuo avanti de ela, cognosso el tempo, e colle donne no me fido, e no me fiderò mai. A vederla la par una zoggia; ma de drento no se ghe vede. Dirò co dise quello:

Quel to dolce bocchin mette in saor2;

Ma no te credo, se no vedo el cuor.

Fine dell’Atto Secondo.



  1. Voce di gergo: non ci sono, non ci sto.
  2. «In sapore, in lusinga»: Boerio.