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66 ATTO SECONDO

Traccagnino. Me l’ha dà Brighella, me paesan, el servidor de sior don Luigi.

Argentina. Sì, sì, lo conosco. Per qual causa ti ha regalato un ducato? Per il tuo bel viso no certo.

Traccagnino. Se no fusse per certa ambassada che ho da far alla patrona, per un certo regaletto che i ghe vol mandar.

Argentina. Oh bravo davvero! c’è questa bagattella di mezzo, e vai mendicando il perchè?

Traccagnino. Mo, se per ogni ambassada i donasse un ducato, el saria el più bel mestier de sto mondo.

Argentina. Traccagnino, ti ho da dire una cosa.

Traccagnino. Cossa m’at da dir?

Argentina. Quel ducato è mio.

Traccagnino. L’è to? mo per cossa?

Argentina. Le ambasciate alla padrona tocca a me a farle, e se quel ducato l’hanno dato per questa causa, il ducato è mio.

Traccagnino. Donca no i me l’averà dà per sta causa.

Argentina. Senti, Traccagnino: non faccio già per mangiarti un ducato, che sai benissimo ch’io non sono interessata. Ma quella moneta senz’altro te l’hanno data per questo; e se vuoi servire l’amico, hai da passare per le mie mani; e s’io m’incomodo, è giusto che le mie fatiche siano ricompensate.

Traccagnino. Cossa intendet mo de dir? Mi no te capisso...

Argentina. Intendo dire, che se tu hai avuto un ducato, io non te lo levo, ma mettiti le mani al petto, me ne toccava uno anche a me.

Traccagnino. Se me metto le man al petto, no me par che te tocca gnente.

Argentina. E l’ambasciata non si farà.

Traccagnino. E se no se fa l’ambassada, m’ha dito Brighella che ducati no ghe ne vien più.

Argentina. Vedi dunque, se te l’hanno dato per questo? Ma senza un altro ducato a me, non si fa l’ambasciata.

Traccagnino. Adesso anderò a dirgh a Brighella, che el me daga un altro ducato per ti.