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IL GELOSO AVARO 35

Pantalone. Senz’altro.

Dottore. Dei bacili vi saranno de’ fatti.

Pantalone. Seguro.

Dottore. Da bravo dunque, non perdiamo tempo.

Pantalone. Vago subito (a vender questo, ma no a comprarghene un altro). (da sè, partendo)

Eufemia. (Mi pare impossibile che lo faccia). (da sè)

Pantalone. (Sto vecchio resta qua con mia muggier... Eh! el ghe poderave donar qualcossa). (da sè, parte)

SCENA IX.

Donna Eufemia ed il Dottore.

Dottore. Sapete, figliuola mia, per qual cosa sono tornato da voi questa mattina?

Eufemia. Perchè mai, signor padre? Ogni volta che vi vedo, mi consolate.

Dottore. Son tornato da voi, perchè nell’andare a casa mi è stato raccontato di questo gran bacile pieno di cioccolata che è stato portato in vostra casa, in tempo che non vi era vostro marito; e mi è stato detto che in bottega dello speziale la gente si è messa a ridere, ed ha principiato a mormorare. Io non sapeva cosa fosse questo negozio. Son corso per vedere e per sentire. Ma poi Argentina mi ha raccontato il tutto, ed ho saputo quello che ha fatto il matto di vostro marito.

Eufemia. Per dirla, io non avrei voluto ch’egli prendesse il bacile.

Dottore. Perchè non glielo avete detto? perchè non glielo avete suggerito?

Eufemia. Gliel’ho detto io, ma...

Dottore. Se glielo aveste detto in buona maniera, forse lo avrebbe fatto; si vede che vi vuol bene e che fa stima di voi.

Eufemia. (Piange.)

Dottore. Cosa vi è di nuovo? vi scorrono le lacrime dagli occhi? Forse non è vero che vostro marito vi voglia bene? Egli lo ha