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IL GELOSO AVARO 35

Luigi. Caro signor Pantalone, voi mi avete fatto bestemmiare una mezz’oretta.

Pantalone. La compatissa. Fava un non so che... no podeva recever un galantomo.

Luigi. Questo era poco male; sarei andato a riverire la signora.

Pantalone. Mia muggier xe in camera retirada; la se sente puoco ben.

Luigi. Ha qualche incomodo la signora donna Eufemia?

Pantalone. Sta mattina ghe doleva la testa.

Luigi. Oh! permettetemi dunque ch’io vada a vedere com’ella sta.

Pantalone. No, no v’incomodè. No l’ha dormio sta notte. Lassemola un puoco in quiete.

Luigi. Io per dolor di capo ho un segreto mirabile.

Pantalone. Qualche spirito fursi?

Luigi. Sì, uno spirito eccellente. Eccolo qui in questa boccettina d’oro. Quattro goccie di questo spirito sono capaci di dar la vita; rinvigoriscono, levano ogni dolore di capo.

Pantalone. Me faressi la grazia de darmene do giozze sole?

Luigi. Per donna Eufemia?

Pantalone. Sior no, le vorria bever mi. Me sento debole assae.

Luigi. Servitevi, siete padrone. (gli dà la boccettina)

Pantalone. (L’apre, vuol bevere, poi si ferma) Xela d’oro sta bozzetta?

Luigi. Sì, d’oro.

Pantalone. (Povero oro! vardè in cossa che l’impiega quei matti che no lo cognosse!) (da sè, assaggia)

Luigi. Che vi pare di quello spirito? Non è grato? non è gentile?

Pantalone. Credo che a mia muggier nol farave mal.

Luigi. Anzi vi assicuro che le farebbe benissimo. Volete che gliel’andiamo a presentare?

Pantalone. Bisognerave che la me permettesse, che ghe ne mettesse un poco in t’una mia bozzetta.

Luigi. Oibò, madama si servirà di questa. Favorisca di tenerla, lo ne ho delle altre.

Pantalone. La vuol favorir mia muggier anca della bozzetta?

Luigi. È una piccola cosa; mi onorerà, se si compiacerà di riceverla.