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LA MADRE AMOROSA 283


Notaro. Che vuol dire?

Ermanno. Perduto il gioiello.

Notaro. Questo poi....

Ermanno. Ecco la gioja.

Notaro. Andiamo a contare i mille ducati.

Ermanno. Andiamo; che per gli amici non so dire che cosa io non facessi. (parte)

Notaro. (Tu li scorticheresti, se potessi farlo). (da sè, e parte

SCENA VIII.

Il Conte Ottavio, poi Brighella.

Ottavio. Se donna Lucrezia ha procurato l’introduzione nel ritiro per la nipote, questa dunque non si marita più con Florindo. Di ciò sono bastantemente assicurato da chi dirige la casa, in cui deve chiudersi la fanciulla. Donna Aurelia dovrebbe essere di ciò contenta, e sollevata dal grave peso della figliuola, pensar dovrebbe a se stessa, ed accettare per se medesima la mia mano, ch’ella con un eccesso di amore indurmi vorrebbe ad offerire alla sua figliuola.

Brighella. Signor, appunto de ela andava in traccia.

Ottavio. Che volete da me?

Brighella. Ho da darghe un viglietto della padrona. Eccolo qua.

Ottavio. Che mai vorrà da me donna Aurelia? Quasi me lo figuro. Parmi sentire ch’ella mi offerisca le di lei nozze. Leggiamo. (legge piano)

Brighella. (Son pur stufo de ste ambassade, de sti viglietti. No vedo l’ora che la se marida. Le vedove le me fa compassion; le consoleria tutte, se podesse, e anca la mia padrona), (da sè)

Ottavio. (Come? Persiste donna Aurelia a volermi sposo della figliuola? Non è contenta ch’ella vada in ritiro? Non le basta che troncate sieno le nozze del signor Florindo?) (da sè, e seguita a leggere)

Brighella. (El me par agità. Cossa mai vol dir? La padrona