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IL FESTINO 35
Cuoco. Ma quando?

Conte.   Va in cucina.
Cuoco.   Il tempo passerà.
Conte. Quando verrà Balestra, avverti di far presto;
Se manchi, ti bastono, Bodin, te lo protesto.
Cuoco. (Che lavorare è questo! che vivere arrabbiato!)
Se resto in questa casa, io muoio disperato). (parte)

SCENA VIII.

Il Conte, poi Lesbino.

Conte. Balestra non si vede. Trovati ha i sonatori,

E a casa non ritorna col resto di quegli ori?
Dovrian venti zecchini bastar per questa cena.
Ma s’egli non si vede? Che diavol fa? Che pena!
Lesbino. Signor.
Conte.   Tornò Balestra?
Lesbino.   Non è venuto ancora.
È qui di fuori il padre...
Conte.   Di chi?
Lesbino.   Della signora.
Conte. Mio suocero? Che vuole? Gli hai detto che ci sono?
Lesbino. Sì, signor...
Conte.   Maledetto...
Lesbino.   Signor, chiedo perdono.
Conte. Dovevi dir... che passi... fermati... gli dirai...
Ma no, digli che venga.
Lesbino.   Non l’indovino mai. (parte)

SCENA IX.

Il Conte, poi don Maurizio.

Conte. Verrà don Maurizio1 al solito a seccarmi;

Ma studierò la guisa di presto liberarmi.

  1. Guibert-Orgeas e Zatta: Verrà qui don Maurizio ecc.