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94 ATTO QUINTO
Lisaura. Dunque mi lascerete?

Alessandro.   V’offro la servitù.
Lisaura. Ma che dirà Madama?
Alessandro.   Io non ci penso più.
Delle impazienze sue, del suo gridar son stanco.
Lisaura. Andiam.
Alessandro.   Più non si vedono madama con Gianfranco.
Non so la via.
Lisaura.   Chiedendo, si va per tutto il mondo.
Signor, per dove vassi dal Cavalier Giocondo?
(a don Pedro)
Pedro. Non so, io non ho pratica gran cosa del paese.
Direi... Ma non ardisco di chiederlo al Marchese.
Alessandro. D’andar al Cavaliere, signor, qual è la via?
(al Marchese)
Marianna. Possiam, qual siam venuti, tornare in compagnia.
Pedro. (Oh via, n’hanno abbastanza).
Marianna.   Don Pedro.
Pedro.   Mia signora.
Marianna. Superfluo è andare a letto, già vicina è l’aurora.
Possiamo col Marchese andar di buon mattino
A riveder un poco il nostro Rinaldino.
Pedro. Per me n’ebbi abbastanza delli favori suoi:
Vi prego dispensarmi; andateci da voi.
Marianna. Già siete stato sempre con lui uomo selvaggio;
La mala educazione fa un giovane malvaggio.
Lode al ciel, che in collegio starà per sua fortuna;
Apprender non poteva da voi maniera alcuna.
Voi liberato siete da un peso sì aggravante,
Io voglio liberarmi da un critico pedante.
Senza di me potete tornarvene al paese,
Io resterò in Bologna con il signor Marchese.
Pedro. Già lo so che l’amore...
Marianna.   Che dir vorreste, ardito?
Il marchese di Sana or sarà mio marito.