Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1911, XII.djvu/20

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gezione de’ suoi giudizi intorno alle opere mie. Volle il destino che per obbedire a chi potea comandarmi, venissi io stesso a produr su codeste Scene dei Drammi Buffi, opere per lor natura imperfette, le quali in veruna parte del mondo possono procacciarmi un favorevol concetto; ed ecco non pertanto un novello motivo che in braccio a Voi mi conduce, raccomandandovi l’onor mio. Fate, valorosissimo Signor Abate, presso gli amici vostri, presso gli estimatori del vostro merito, fate valere l’autorità e l’amicizia per risarcir la mia fama, per meritarmi un amorevole compatimento. Non so se la Commedia, che or vi presento, possa essere da Voi usata per mio vantaggio. Voi sapete benissimo che noi, padri amorosi de’ parti nostri, li amiamo tutti egualmente, e poche volte possiamo essere giudici dei loro pregi e dei loro difetti. Io forse meno degli altri ho il necessario discernimento per ravvisarli, ma giudicando coi suffragi del pubblico, posso lusingarmi non sia guest’opera delle più sfortunate. Ma se non basta da per se sola a giustificarmi nell’animo degli amici vostri, scorrete tutte le sessantasei che ho stampate, scegliete quella che più vi piace, ed offeritela altrui col massimo onore della vostra validissima protezione. Questa è la gloria a cui ardentemente aspiro, questa è la grazia che umilmente vi chiedo, unita all’altra di potermi vantare in faccia del Mondo



Vostro Umiliss. Servidore ed Obblig. Amico
Carlo Goldoni.