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I MALCONTENTI 275


Felicita. Per me, non dico nè di volere, nè di non volere; sono stata a tutto finora, e vi starò ancora per l’avvenire. Già di me ha da essere sempre così, sempre schiava, sempre avvilita, sempre sgridata; cacciatemi in un ritiro, che non voglio più saper niente di questo mondo. (parte)

SCENA IX.

Il signor Geronimo ed il signor Grisologo.

Geronimo. La sentite la scioccherella? disperazioni, disperazioni. Quando le figlie non hanno quello che vogliono, danno nelle smanie; vogliono rinserrarsi. Meriterebbe ch’io la rinserrassi davvero; sentireste allora come griderebbe no no.

Grisologo. Mia sorella è poi una buona pasta. S’accomoda facilmente a tutto. Due buone parole servono a consolarla.

Geronimo. Buone parole e buoni fatti da me non le mancheranno. Sia savia, e non dubiti niente; e voi, nipote, che cosa pensate di fare, giacchè siamo su questo proposito?

Grisologo. Io, signore, spero d’averlo trovato il mio impiego.

Geronimo. Sì? L’ho a caro. Ma vorrei ben saperlo ancor io.

Grisologo. Domani ve lo saprò dire.

Geronimo. Domani?

Grisologo. Sì signore, domani, e forse ancor questa sera.

Geronimo. E non si potrebbe saperlo un po’ prima? Ora, per esempio, non si potrebbe saper qualche cosa?

Grisologo. Ora ve lo dirò anche io; già s’ha da sapere, e avrò piacere che anche il signor zio questa sera mi favorisca.

Geronimo. Dove? a far che?

Grisologo. Questa sera i comici rappresentano una mia commedia...

Geronimo. Una commedia? Rappresentano una vostra commedia? E questo il bell’impiego che vi siete trovato? Sciocco! una commedia eh? Che vi credete che sia far una commedia, lo stesso che fare una canzone, un sonetto? Quando avete studiato l’arte di far commedie? Alla prima, subito, schicchera una