Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1911, XII.djvu/330

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Florindo. Certamente non può tardare; manca poco all’ora della commedia.

Ottavio. Che vuol dire che non viene al solito a favorirci il signor Giammaria dalla Bragola?1

Celio. Non so. Ho de’ sospetti anche sopra di lui.

Florindo. Vorrei ripassarmi la parte di questa sera, ma con questa pulce nel capo non mi ci so mettere.

Celio. Ecco il signor Pantalone.

Florindo. Lodato il cielo.

Pantalone.

Pantalone2. Patroni reveriti.

Florindo. Che novità ci portate, signor Pantalone?

Pantalone. Cattive nove, sior Celio, pur troppo xe vero quel che avemo sentio a dir dal barbier.

Celio. Ah, il cuore me lo diceva.

Florindo. Ma che cosa mai è accaduto?

Pantalone. Una piccola bagattella! La prima donna co so mario i ha tolto le viole3 e i se l’ha battua4.

Ottavio. La prima donna?...

Florindo. Andata via col marito?

Ottavio. Quando?

Florindo. Come?

Ottavio. Perchè?

Florindo. Raccontateci.

Pantalone. No gh’è bisogno de altro. I xe andai, e correghe drio, se podè.

Ottavio. Si diceva che forse se ne sarebbono andati5; ma non mi sarei mai creduto, che ad onta di una scrittura di quattro anni,

  1. V. vol. X, 14 sgg.; vol. XI, 208 sgg.
  2. L’attore Pietro Rosa: v. vol. XI, 209.
  3. Sono fuggiti. [nota originale]
  4. I coniugi Pietro e Teresa Gandini, che andarono a recitare a Dresda: v. vol. X, p. 14, n. 2 e p. 13, n. 3 e 4.
  5. Vedasi la lettera del Goldoni a S. E. Francesco Vendramin, dei 2 agosto 1733.