Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1911, XII.djvu/34

Da Wikisource.
28 ATTO PRIMO
Son giorni che la tratto, nè la consolo ancora;

Un misto in lei si vede di bassa e di signora.
Nardo. Vi dirò brevemente. È nata contadina,
Ma in grazia del marito vuol far la damerina.
Non lo sa far, si scorda... Eccola qui che viene.
La moglie ed il marito son pazzi da catene.

SCENA VIII.

Donna marianna, poi Madama Possidaria.

Marianna. Chi mi ha raccomandata al Cavalier Giocondo,

E un uomo che ha viaggiato, è un uomo del gran mondo.
M’ha detto, voi sarete trattata in eccellenza.
In fatti il trattamento è buono a sufficienza;
Ma vedo certe cose che fan maravigliare.
Si vede che han buon cuore, ma che san poco fare.
Possidaria. Serva, donna Marianna.
Marianna.   Madama, riverente.
Possidaria. Quel vostro Rinaldino parmi un bell’insolente.
Marianna.   Che vi ha fatto, signora?
Possidaria. Certo. Mi ha fatto questa:
Mi è passato dinanzi col suo cappello in testa.
Marianna. Compatite, è ragazzo.
Possidaria.   Per me l’ho compatito;
Basta che non lo sappia il mio signor marito.
Marianna. Anch’ei, quando lo sappia, compatisca l’età.
Possidaria. Oh, il Cavalier Giocondo non soffre inciviltà.
È ver che in una villa è nato, e lo sposai;
Ma dopo aver viaggiato, egli ha imparato assai.
Vede, conosce, apprende, e poi mi narra tutto;
Ed io, non fo per dire, con lui fo qualche frutto.
Marianna. Si vede in ambedue buon genio e buon talento.
Possidaria. Oh, mi sono scordata di farvi un complimento.
Signora, come state? Come avete dormito?
Or or verrà a servirvi il mio signor marito.