Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1911, XII.djvu/430

Da Wikisource.
424

che non lasciava benignamente di frequentarle, come un innocente trattenimento e sollievo fra le gravissime cure delle pubbliche principali incombenze. Era in quel tempo l’E. V. fra i Savi Grandi del Consiglio meritamente locata, dove agitandosi gli affari massimi della Repubblica, spiccò mirabilmente la sublimità de’ Vostri talenti; e nei politici e negli economici impegni faceste prevalere mai sempre la verità, la giustizia, il bene del pubblico e la felicità degli Stati. Giunta l’opportunità alla Repubblica di dover fissare i confini nelle Provincie all’Austriaco Regio Imperial Dominio contigue, fu all’E. V. dall’augusto Senato il grave importantissimo incarco onorevolmente affidato, e Voi, ora sulle sponde dell’Adda, ed ora sulle frontiere della Germania, facendo valere la prontezza del Vostro spirito e la perspicacia dell’intelletto, mista insieme colla dolcezza del tratto e colla ragionevole docilità nei pensieri, sapeste sciogliere felicemente i più malagevoli obbietti, e incamminare per la via piana e facile un’opera di sua natura spinosa. Ho io medesimo sentiti gli elogi della Vostra saggia condotta qui non solo fra i vostri amorosi concittadini, ma in Milano ancora, e li ho sentiti per bocca di quel grand’uomo che visse in tanta riputazione presso l’Europa tutta, e lasciò dopo di sè pieno di eterna fama il suo nome, voglio dire dal celebrato Conte Cristiani, Gran Cancellier di Milano, plenipotenziario in Italia dell’Imperatrice Regina, in cui l’inesorabil morte tolse a quell’Augusta Sovrana un illibato Ministro, al nostro secolo una mente sublime, ed a me un umanissimo Protettore1. Credo di aver fatto piacevol cosa all’E. V., segnando su questo foglio, ch’è a Voi diretto, il nome di un personaggio che Voi stimaste e da cui foste stimato, degno elogio sembrandomi d’ambidue poter dire che vi sapeste conoscere ed ammirare a vicenda.

Ma ritornando io ad annoverare quei tempi ne’ quali ho goduto delle grazie vostre, ricordami ora che occupando Voi il grado illustre di Provveditore estraordinario ai confini, fissata la vostra principal residenza in Verona, dove per avventura si recitarono le mie commedie, là pure vi degnaste proteggerle e cortesemente ascoltarle

  1. Il Gran Cancelliere Beltrame Cristiani era morto ai 3 luglio 1758, in età d’anni 56