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IL CAMPIELLO 311
Lucietta. Grazie, patron:

De lu no me n’importa.
Aspetteme, che vegno sulla porta. (entra)
Cavaliere. Quel giovine.
Anzoletto. Patron.
Cavaliere. Quel ch’ella vuole,
Datele; pago io.
Anzoletto. (Ah, sta cagna sassina m’ha tradio!) (da sè)

SCENA VII.

Gnese sull’altana, e detti.

Gnese. Oe marzer, vegnì qua. (Anzoletto s’accosta)

Cavaliere. Ecco un’altra beltà.
Gnese. Gh’aveu cordoni bei?
Cavaliere. Datele quel che vuol, pago per lei.
Gnese. Dasseno?
Cavaliere. Sì, servitela.
Che tutto io pagherò.
Gnese. Vegnì de su, marzer.
Anzoletto. Ben, vegnirò. (entra in casa d’Agnese)
Cavaliere. Tante bellezze unite! parmi un sogno.
Servitevi, ragazza.
Gnese. Me torrò el mio bisogno. (entra)

SCENA VIII.

Lucietta sulla porta, il Cavaliere sulla loggia.

Lucietta. Invece de aspettarme, el va da Gnese?

Cavaliere. Giovinetta cortese.
Aspettate; ora vien.
Lucietta. Sior sì, l’aspetto.
(Vôi parlar col foresto)
A so marzo despetto.) (da sè)