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328 ATTO SECONDO
Cavaliere. Noi sapete? tal cosa io non comprendo.

Gasparina. Zto nome de zitella io non l’intendo.
Cavaliere. Fanciulla voglio dir.
Gasparina. No zo capirla.
Ze zon putta?
Cavaliere. Così.
Gasparina. Per obbedirla.
Cavaliere. Troppo gentile! Avete genitori?
Gasparina. No l’intende, nevvero
Troppo el noztro parlar?
Cavaliere. Così e così.
Gasparina. Me zaverò zpiegar.
Cavaliere. Avete genitori?
Gasparina. Mio padre zono morto,
E la mia genitrice ancora ezza.
M’intendela?
Cavaliere. Bravissima,
Voi parlate assai ben.
Gasparina. Zerva umilizzima.
Cavaliere. Ma chi avete con voi?
Gasparina. Tengo, zignore,
Un altro genitore.
Cavaliere. Un altro padre?
Gasparina. Oh zior no; cozza dizelo? Gh’ho un barba.
Cavaliere. Un barba?
Gasparina. Adezzo, che ghe penza: un zio.
Che zè quel che comanda, e zta con io.
Cavaliere. Ora capisco: brava.
Ma questo zio non vi marita ancora?
Gasparina. Zono un poco a bonora.
Cavaliere. È ver, voi siete
Ancora giovanissima,
Ma graziosa però.
Gasparina. Zerva umilizzima.
Cavaliere. Voi avete una grazia che innamora.