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L'AMANTE DI SÈ MEDESIMO 475
Come vedete alfine... e posso... sì signore...

Non so se mi capite.
Marchesa.   Poco.
Mauro.   Mi spiegherò.
Non ho mai... preso... moglie. E parenti non ho...
La nipote... ma presto... sì signore... anderà...
Io... sì signore... alfine ho delle facoltà.
I cinquanta non sono... e il medico mi ha detto..
Sì signore... mi ha detto... e non ho certo aspetto...
Vi son di quei che sono, sì signore, in età;
Ma io... grazia del cielo... ho poi la sanità.
Eh, non si parla... Basta... concludo... Se volete...
Per esempio... potrebbesi... Sì signora... intendete.
Marchesa. Signor, per vostra regola, vi dico e vi avvertisco,
Che più che mi parlate, io meno vi capisco.
Mauro. To! to! sarà possibile? Questo mi riesce amaro.
Sono un poco confuso... ma... parlerò più chiaro.
Marchesa. (Già so che mi vuol dire lo sciocco innamorato).
Mauro. Principiamo da capo. (Sono un poco imbrogliato).
Oggi saran tre anni...
Marchesa. Ma via, don Mauro caro,
Quel che volete dirmi, ditelo presto e chiaro.
Mauro. (Sta un poco guardandola senza parlare, poi dice:)
Questo termine caro... che voi mi avete detto,
Lo dite, sì signora... per burla, o per affetto?
Marchesa. Non ardirei burlare un uomo come voi.
Mauro. Eh! (sospira, e si accosta un poco più colla sedia)
Marchesa.   Che avete, don Mauro?
Mauro.   Orsù, venghiamo a noi.
Marchesa. Via, presto.
Mauro.   Son tre anni...
Marchesa.   Che cosa?
Mauro.   Che vi adora...
Marchesa. Ma chi?
Mauro.   Quel che vi ama...