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244 ATTO QUINTO

SCENA IV.

Panfilo, messer Luca.

Panfilo. Alfin vi trovo.

Luca.   Se’ ancor qui, tristissimo?
Ne vuoi partir di questa casa?
Panfilo.   Sonovi,
E vi starò finche avrò vita a vivere.
Luca. Io son padrone.
Panfilo.   Ed io chi sono?
Luca.   Un discolo
Servitoraccio1, che ora mando al diavolo.
Panfilo. Non è più tempo di narrar tai favole.
Son vostro figlio.
Luca.   Chi lo dice?
Panfilo.   Io dicolo.
Luca. Tu menti per la gola.
Panfilo.   Ho i testimoni
Di quel ch’io dico.
Luca.   Dove sono?
Panfilo.   Ed eccovi
Tal che può svergognarvi, e farmi rendere
Quel che sinora l’avarizia usurpami.
Preparatevi a darmi la legittima,
Quand’anche sol me ne toccasse un oncia.

SCENA V.

Nutrice, messer Luca, Panfilo.

Nutrice. Ma fino a quando mi farete correre

Per vedervi, messere?
Luca.   Chi sei, vecchia?

  1. Ed. Zatta: un asino, - Un vil servaccio ecc.